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L’approccio alla finanza sostenibile

La ricerca di prodotti finanziariamente “sostenibili” sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel processo d’investimento. E’ fondamentale, quindi, comprenderne il significato e le radici per poterli integrare al meglio nel nostro portafoglio finanziario cogliendone lo spirito e le potenzialità.

Il punto sull’argomento di Sebastiano Merlo (Università Cà Foscari di Venezia), redattore della tesi “La sostenibilità ambientale e la sua evoluzione, dalle origini alle recenti innovazioni” .

Il termine ESG – Environmental, Social e Governance – venne coniato nel 2005, quando il fondatore di “OnValues” (Ivo Knoepfel), azienda che si occupa di consulenza in materia di investimenti con sede a Zurigo, pubblicò il report “Who Cares Wins”


La relazione fu il risultato di uno sforzo congiunto delle istituzioni finanziarie convocate dal segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan nel 2004, allo scopo di sviluppare linee guida e raccomandazioni su come integrare le tematiche legate all’ambiente (E), alle questioni sociali (S) e a quelle collegate alle modalità di governance aziendali (G).
Da questo lavoro emerse il fatto che gli investimenti dipendono da un’economia accesa e vivace, la quale dipende da una società civile sana, che in ultima analisi dipende da un rapporto che tende alla sostenibilità ambientale delle scelte operate.
È il vero e proprio pilastro su cui si basa l’impianto tecnico e culturale che ha portato all’affermazione dei fattori ESG come punto di riferimento per un nuovo tipo di sviluppo economico.


E – Environmental – Ambientale


Ci si riferisce ai rischi legati ai cambiamenti climatici e all’esasperazione dei fenomeni atmosferici avvenuta negli anni recenti.
Si evidenzia la necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di prevedere un ripensamento nell’utilizzo di risorse che generano rifiuti tossici; a ciò connesso si propone di inserire nuovi e più pressanti profili culturali e successivamente legali che riguardino la responsabilità ambientale.
La società civile in questo gioca un ruolo importante, in quanto può spingere verso l’imputazione alle aziende del rischio reputazionale generato da cattiva o disinteressata gestione.
I mercati emergenti devono essere inoltre coinvolti nella creazione di prodotti rispettosi dell’ecosistema. Qualora i paesi in via di sviluppo non adottassero misure volte a garantire un equilibrio tra sviluppo industriale e ambiente, oltre a divenire assai più arduo gestire una qualsiasi transizione verso economie più sostenibili, è possibile affermare che certamente le conseguenze in termini di cambiamenti climatici saranno più incisive sul futuro delle prossime generazioni.

S – Social – Sociale


Riguarda tutte le tematiche attinenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro, la protezione sociale, il rispetto dei diritti umani presso la sede dell’azienda e dei fornitori.
L’obiettivo principale del processo di selezione dei fornitori è ridurre il rischio di acquisto, massimizzare il valore complessivo per l’acquirente e sviluppare vicinanza e relazioni a lungo termine tra acquirenti e fornitori.
A questo va aggiunta la necessità di stringere relazioni commerciali che riflettano il rispetto di determinati requisiti: dalla necessità che il proprio collaboratore ponga attenzione alla parità di genere, al tipo di contratto che viene proposto ai dipendenti di quest’ultimo, fino alla selezione di materie prime di origine equo – sostenibile.
Nella pratica questo può generare un costo per l’azienda, essa può ad esempio provvedere incaricando società terze di verificare le caratteristiche del potenziale fornitore, compiendo quindi una scelta che si basa su dati concreti; una grande società come Starbucks, ad esempio, opera in questo modo.
Fa parte di questo pilastro anche il rapporto tra azienda e comunità locali. Sotto questo profilo l’azienda deve agire come parte integrante ed attiva della comunità.
E questo va ben oltre la potenziale generosità delle aziende dimostrata nei confronti della città o luogo dove risiedono, quello che è richiesto è che l’azienda scelga e dimostri il suo ruolo all’interno della società, rivolgendosi con chiarezza ad un ampio gruppo di stakeholders con traguardi che si distribuiscano sul medio-lungo termine.

G – Governance – Amministrazione


Questa sfera attiene alle pratiche di governo dell’azienda e alla struttura stessa di gestione.
Si considerano inoltre eventuali problemi e questioni legate ai diritti degli azionisti e dei portatori di strumenti finanziari che hanno diritto a essere coinvolti nelle scelte aziendali.
Fa parte di questo componente ESG la gestione di problemi legati alla corruzione e alle pratiche di malagestione.
Si considera inoltre il compenso dei direttori d’azienda, l’indipendenza dei revisori e dei sindaci.
Assume particolare rilievo, inoltre, il rispetto del principio di libera concorrenza, intesa come linfa
dello sviluppo economico, e della legge stessa.
C’è la necessità ancora una volta che l’azienda riconosca l’importanza di operare costruendo
relazioni sane con tutti gli stakeholders e la comunità nel suo complesso.
Fanno parte di essa gli azionisti, i collaboratori, coloro che impiegano il proprio lavoro nell’azienda, i fornitori, la comunità locale.
I managers devono considerare le aziende come parte di un più ampio sistema, che si interfaccia sia con la società sia con l’ambiente.
Si dovrebbe assicurare un “day-to-day” management che sia però in linea con una prospettiva di
successo di lungo periodo integrando la ricerca della miglior performance con la gestione del rischio.