In molti dei miei colloqui mi accorgo che non è così chiara la differenza tra INVESTIRE e RISPARMIARE. Chi risparmia si astiene da prendere decisioni mentre, chi investe affronta un impegno ora in vista di un utilità futura.
INVESTIRE non significa nemmeno fare “trading” o “comprare e vendere”, significa al contrario selezionare titoli e strumenti finanziari da mantenere in portafoglio anche molto a lungo, possibilmente reinvestendone cedole e dividendi.
Chi sceglie di non investire ha una certezza sta perdendo soldi per due ordini di motivi:
Le famiglie si trovano ad affrontare scenari complessi ovvero:
In molti casi, però, le famiglie si trovano impreparate ad affrontare queste sfide accorgendosi fuori tempo massimo che avrebbero potuto risparmiare oppure gestire attivamente i risparmi.
In alcuni casi l’allocazione della propria ricchezza può essere fatta su strumenti inefficienti come gli immobili, che rappresentano i due terzi della ricchezza delle famiglie, ma il loro valore non è difeso dall’inflazione e sono gravate da imposte e spese di gestione e manutenzione. In altri casi ci si orienta su obbligazioni, come i BOT, che risultano non adatte alla soddisfazione delle esigenze di medio-lungo periodo. In altri casi ancora si può incorrere in errori legati alla tempistica ovvero l’utilizzo di prodotti coerenti con gli obbiettivi di lungo termine, ma non gestiti appieno traendone i benefici potenziali.
I risultati si ottengono realmente quando un portafoglio sufficientemente ampio viene gestito con rigore, reinvestendone i proventi e restando indifferenti ai boom ed ai crash di mercato.
Finanziariamente il rischio si intende come la possibilità che il valore di titolo nel corso del tempo sia diverso da quello atteso, sia in positivo che in negativo. Il rischio può essere stimato con una ragionevole confidenza ed è rappresentato dalla volatilità la descrizione dell’ampiezza delle variazioni che un prodotto ha subito in un determinato lasso di tempo. Una maggiore volatilità, quindi, rappresenta un maggior rischio.
“Non esistono pasti gratis” ovvero non c’è rendimento senza rischio. Il rendimento di uno strumento finanziario non è certo, bisognerà valutare quanto questo si discosterà dalle attese. Più ampio sarà questo scostamento, più il titolo sarà rischioso.
E’ possibile aumentare il rendimento diminuendo il rischio attraverso l’applicazione di criteri di diversificazione. Suddividere l’allocazione del proprio portafoglio in più prodotti finanziari riduce la volatilità e conseguenzialmente il rischio.
Sarà fondamentale tenere conto anche delle correlazioni tra i vari prodotti finanziari, cioè di come i rendimenti si muovono, in maniera dissonante o concordante tra loro. Per efficientare un portafoglio bisognerà che i titoli di muovano in maniera non correlata tra loro.
Molti risparmiatori italiani pur avendo obiettivi di lungo termine, investono in titoli a breve perché temono la volatilità di altre opzioni. Si tratta di un grossolano errore: più lungo è l’intervallo di tempo, maggiore sarà la volatilità che si può accettare.
Sul lungo periodo bisognerà sfruttare la volatilità, se l’arco temporale è sufficientemente lungo lungo è molto difficile che un indice non frutti un rendimento positivo. Il rischio di perdere diminuisce con il crescere dell’orizzonte temporale: tra il 1926 ed il 2000 chi ha detenuto titoli azionari per un anno ha guadagnato 7 anni su 10; chi ha detenuto le azioni per 5 anni, ha guadagnato in 9 casi su dieci.
Investire nel breve periodo non è meno rischioso, lo è il contrario: sul lungo periodo anche un titolo altamente volatile genera rendimenti elevati, anche grazie a cedole e dividendi. Sul breve termine l’effetto cedola e dividendi poco aiuterà a recuperare flessioni di prezzo.
Un risparmiatore, quindi, dovrebbe essere sempre investito, senza seguire giorno per giorno l’andamento dei mercati. Seguire con apprensione i mercati induce a grossolani errori di valutazione su quando entrare od uscire dai mercati. Un investitore privato con un obiettivo di medio termine, che ha costruito un allocazione solida e coerente con i propri obiettivi e sufficientemente diversificata, dovrà seguire il meno possibile l’andamento dei mercati in particolare quando questi fanno notizia